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Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 25 novembre 2023

Assidui e concordi nella preghiera. Commento al Salterio - Salmo 22

Lettura

Salmi 22

1 Salmo. Di Davide.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
2 su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
3 Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
4 Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
5 Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
6 Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

Commento

Il Salmo 22 è un canto di fiducia. La breve composizione è incentrata sui simboli del pastore (vv. 1-4) e dell'ospite (vv. 5-6). Duplice è, dunque, l'argomento del salmo: sicurezza sotto la guida di Dio e pienezza di vita alla sua mensa.

I "pascoli erbosi" (v. 2) riecheggiano la divina promessa profetizzata da Isaia (Is,49-9-10): "Lungo tutte le strade pascoleranno e in ogni altura troveranno pastura; non avranno fame né avranno sete; non li colpirà arsura né calor di sole, poiché Colui che ha pietà di loro sarà loro guida, e alle sorgenti di acque li condurrà". La promessa è richiamata nel libro dell'Apocalisse (Ap 7,16-17). 

La menzione del nome divino quale mezzo di salvezza (v. 3) ricorre con frequenza nei Salmi (cfr. 24,11; 30,4), come anche nella letteratura profetica (cfr. Is 48,9; Ez 20,44).

Per il semita il pastore non è solo la guida che conduce il gregge al pascolo o all'oasi, ma soprattutto il "compagno di viaggio" che condivide con il gregge pericoli e difficoltà, caldo e sete. Per questo nella Bibbia il simbolo pastorale è applicato spesso a Dio (cfr. Sal 79, Is 40,10-11; 49,10; Ger 23,3-4; 31,10;Ez 34,11-16; Gv 10,11-18), non di rado in polemica con i "pastori" umani: re e capi politico-religiosi. Il Signore è il vero compagno, la vera guida, il vero sostegno del popolo e di ogni fedele. Di qui la frase che fa da centro spirituale del salmo: "perché tu sei con me" (v. 4).

Il Signore guida "sul giusto cammino" (v. 3), sui sentieri più adatti e sicuri della vita, lontani dai pericoli per la nostra anima. Anche quando tocca attraversare una "valle oscura" la sicurezza viene dal sapere che Dio - al quale il salmista si rivolge ora in seconda persona - è sempre al nostro fianco. Il bastone e il vincastro del pastore indicano che la guida del Signore è salda, la sua protezione sicura.

I nemici sotto gli occhi dei quali il Signore prepara una mensa per il suo fedele (v. 5) restano sullo sfondo del salmo, come testimoni dell'amicizia e della generosità di Dio per chi si lascia guidare da lui. I doni di cui il salmista è ricolmato dal Signore sonoo simboleggiati da un calice traboccante.

Il salmo si chiude con la certezza espressa dal salmista di godere per sempre della protezione di Dio e di beneficiare per lunghi anni della divina ospitalità nella sua casa (v. 6). Anche Gesù offrirà l'immagine di Dio che, cintesi le vesti, farà mettere a tavola il servo fedele e passerà a servirlo (Lc 12,37). La promessa culminerà nella realtà storica storica del cenacolo e nella prospettiva escatologica del banchetto celeste. I padri della Chiesa hanno letto le immagini delle acque (v. 2) e della mensa (v. 5) come prefigurazione del battesimo e dell'eucaristia.

La versione testamentaria del Salmo 22 può essere considerata la parabola evangelica del "buon pastore" (Gv 10,11-15), ricordando che l'immagine di Dio "Pastore d'Israele" ricorre con frequenza nella letteratura profetica, la quale con essa descriveva tutta la cura e l'amore di Dio per il suo popolo e per i singoli membri di esso. Gesù è presentato come "guardiano delle anime" e "pastore supremo" nella Prima lettera di Pietro (1 Pt 2,25; 5,4) e "pastore grande delle pecore" nella Lettera agli Ebrei (Eb 13,20).

- Rev. Dr. Luca Vona