Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

lunedì 9 aprile 2018

Il vostro cuore non sia turbato

COMMENTO ALLA LITURGIA DELLA PRIMA DOMENICA DOPO PASQUA

Colletta

Padre Onnipotente, che hai donato il tuo unico Figlio affinché morisse per i nostri peccati e risorgesse per la nostra giustificazione; concedici di essere liberi dal lievito della malizia e del peccato, per servirti sempre in verità e con cuore puro. Per i meriti del tuo stesso Figlio Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

Letture

1 Gv 5,4-12; Gv 20,19-23

Commento

Il mondo è nei vangeli quella forza che si oppone a Cristo e alla sua azione di salvezza. È una forza che risiede non solo fuori di noi, ma anche dentro di noi. È un ostacolo all'avvento del Regno di giustizia e di pace. La paura del mondo, la paura delle forze ostili che hanno messo a morte l'autore della vita è ben rappresentata dalle porte serrate, dietro le quali i discepoli si sono trincerati dopo il terribile epilogo della vicenda terrena di Gesù.

Ma il Risorto, che "si presentò là in mezzo" (Gv 20,19), è capace di entrare nei nostri cuori anche a porte chiuse, per donarci la sua pace; non come la dà il mondo, ma come dono dello Spirito, quella pace che è Dio stesso. Gesù ci invita a diventare noi stessi portatori di pace, innanzitutto attraverso il perdono: "a chi rimetterete i peccati saranno perdonati e a chi li riterrete saranno ritenuti" (Gv 20,23).

Dio è pace. Per questo Gesù ci esorta: "il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi" (Gv 14,27). Tutto ciò che porta turbamento, in noi e fuori di noi, non è da Dio, anche se dovesse ammantarsi delle vestigia della pietà religiosa.

Il mondo ci fa versare in un continuo stato di agitazione con impegni, scadenze, sollecitazioni di ogni genere. Il più delle volte si tratta di cose distanti dalle necessità del Regno di Dio. Ma noi dobbiamo essere capaci di prenderne consapevolezza e di spostare il centro della nostra attenzione sulla quiete che Dio pone nelle profondità del nostro cuore.

Per contro, il mondo non deve turbarci al punto da voltargli le spalle chiudendo dietro di noi la porta della nostra stanza. Ad esso siamo stati inviati, per annunciare la buona notizia di Gesù Cristo (Gv 17,18). Non può essere considerato evangelico un atteggiamento di semplice “disprezzo del mondo”.

Il cristiano non appartiene al mondo ma è mandato nel mondo. Avere il Figlio, possedere Gesù, farlo nostro nell'ascolto della sua Parola e nella sequela del suo esempio, significa possedere la vita, vivere in pienezza, gustare il senso profondo della nostra esistenza. E noi siamo chiamati dal Risorto a condividere questa pienezza di vita, saldi nella nostra fede. Perchè "questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede" (1 Gv 5,4).

- Rev. Dr. Luca Vona